COMITATO TERRITORIALE C.S.I. DI RAVENNA
15 dicembre 2018

Sport Salute Socialità

Workshop di presentazione della rete di attività sportive per disabili e delle iniziative di formazione per gli operatori

Lo sport, sia amatoriale che agonistico, è un elemento socializzante ed integrante nel percorso di vita e riabilitativo della persona, nonché un valido e stimolante strumento per il raggiungimento ed il mantenimento di un benessere psicofisico e relazionale.
Per questi motivi la pratica sportiva deve essere esercitata, stimolata, potenziata ed offerta in tutto il territorio.
Per molte persone l'azione più semplice del muoversi autonomamente e dell’avere piena consapevolezza di sé risulta un'operazione estremamente difficoltosa. Lo sport, con le sue regole, i rituali, le sanzioni, le vittorie e le sconfitte, pone l'individuo in rapporto con l'altro partendo da sé, lo conduce a confrontarsi e a relazionarsi con gli altri, con gli spazi e con il tempo, fortificando la propria identità, scoprendo i propri limiti, sperimentando ruoli diversi e sviluppando creatività e fantasia attraverso un'interazione sempre più funzionale tra mente e corpo.
Promuovere, gestire, sviluppare lo sport è oggi un vero e proprio lavoro. Non si può prescindere dall’acquisizione di competenze, di professionalità a fianco di passioni e motivazioni consolidate: nello sport la componente umanizzante è talmente forte che non basta essere bravi e qualificati.

“Educare attraverso lo sport” è per il CSI la proposta concreta di uno sport per tutti che costituisca per i suoi protagonisti reale occasione di crescita personale e di miglioramento della qualità della vita. Promuoviamo lo sport come un’attività sportiva organizzata, continuativa, seria, promossa da educatori, allenatori, arbitri, dirigenti consapevoli del proprio “mandato” educativo, ma anche come una proposta sportiva nel rispetto delle età e del bisogno di ciascun atleta. Ognuno deve conoscere sé stesso ed i propri limiti, in modo da provare a superarli, con la consapevolezza che tutto deve avvenire divertendosi in un processo di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale ed ispirandosi alla visione cristiana dell’uomo.
Il CSI, credendo in una libera esperienza sportivo-associativa fondata sui valori della persona e della partecipazione comunitaria, riconosce nell’attività sportiva e nell’animazione del tempo libero uno strumento di prevenzione verso alcune particolari patologie sociali, dove ciascuna persona può trovare una “attività su misura” nella quale potersi misurare con altre persone e con se stessi, al di là della mera ricerca del risultato e cioè: gioco, educazione alla vita buona, benessere per il singolo e per la collettività. Per noi sport e disabilità possono andare a braccetto al 100% in tutte le iniziative. Dopo un’attenta analisi abbiamo deciso di investire le nostre risorse per avviare attività dedicate ai disabili per poi arrivare a svolgere attività integrate insieme ai “normodotati”.
Nella nostra progettualità non abbiamo dimenticato l’importanza che questo servizio ha per quell’agenzia educativa fondante che è la famiglia. In particolar modo abbiamo sempre cercato di avere un occhio di riguardo per i genitori che spesso sono per mille motivi restii a far svolgere attività sportiva ai propri figli disabili (anche perché a volte le società sportive non sono pronte ad accoglierli) e che affidandoli ad operatori qualificati e capaci possono anche, perché no, concedersi qualche ora di “stacco” dai problemi della vita quotidiana senza alcun timore. Al riguardo non possiamo che accogliere con entusiasmo le parole dell’allora Ministro della Salute Lorenzin la quale ha dichiarato che “Non solo dobbiamo fare in modo che lo sport sia sempre più aperto alla disabilità, ma dobbiamo far comprendere quanto la disabilità restituisca alla società per una convivenza più piena e in fatto di esempi di vita. Credo che le barriere siano solo nella nostra testa o nei nostri occhi e non esistano nella realtà: questo è il messaggio più importante da dare a chi si trova ad affrontare uno scoglio così grande come la disabilità.”.
Non avremmo potuto fare tutto questo senza l’apporto di sponsor privati, di benefattori e delle Istituzioni che ci hanno aiutato. E senza tutti i volontari, le persone e le altre associazioni (prima fra tutte la Cooperativa Sociale La Pieve che ha condiviso con noi questo percorso progettuale e senza la quale non saremmo qui oggi a parlare di sport e disabilità) che hanno storicamente collaborato con il CSI per la realizzazione delle varie attività che oggi vengono presentate in maniera unitaria. È grazie a loro, grazie al loro impegno e al loro servizio che abbiamo potuto creare questa progettualità unitaria e condivisa al fine di offrire servizi di cui il territorio in cui viviamo potrà raccoglierne i frutti.