COMITATO TERRITORIALE C.S.I. DI RAVENNA
17 aprile 2016

Il saluto del Presidente dell'AC Diocesana Fabio Zannoni

Buongiorno a tutti e grazie!
Grazie in modo particolare al Presidente Marco Guizzardi e ai suoi collaboratoti non solo per l’invito ma anche per avermi dato la possibilità di intervenire a questa assemblea. Vi dico che è stato un gesto di attenzione, penso soprattutto verso ciò che rappresento, che ho molto apprezzato. Personalmente sono molto contento di essere qui perché quando sono col CSI mi sento a casa, mi sento in mezzo ad amici. 
In questo mio breve intervento vorrei cominciare innanzitutto ricordando chi ha fatto nascere queste amicizie ovvero Andrea Lami che ha creduto fortemente nella sinergia CSI – Azione Cattolica. Ho condiviso con lui un periodo breve ma intenso e sono fiducioso circa la possibilità di continuare a crescere nella collaborazione reciproca e nell’intreccio delle strade che le nostre associazioni stanno percorrendo.
Non sono solo le nostre radici storiche ad unirci, ma soprattutto la passione condivisa per la formazione delle persone, in particolare dei giovani e dei ragazzi e questo è dimostrato anche dal titolo che avete dato alla vostra assemblea che sicuramente non è stato scelto a caso ma per far passare un messaggio chiaro: “Chiamati ad educare con lo sport”, perché lo sport ha di per sé una fortissima valenza educativa, perché forma alla consapevolezza di sé, al rispetto dell’altro, alla collaborazione, alla costanza e all’autodisciplina, alla fatica buona e alla vita di relazione. Tutti elementi che hanno un ruolo fondamentale nella crescita umana e spirituale e nella formazione di coscienze libere e responsabili.
Sono tante le risorse che, come CSI e AC, possiamo e quindi dobbiamo mettere a disposizione della nostra Chiesa ma anche del nostro Paese. Innanzitutto il grande valore rappresentato dall’essere associazione, cioè luogo in cui le persone imparano la bellezza e la necessità dello stare e costruire insieme, del ragionare in modo plurale e corresponsabile soprattutto in questo tempo, ampiamente segnato da quella che Papa Francesco chiama la «tristezza individualista».
Così come c’è tanto bisogno di un altro elemento capace di essere fermento vitale per la nostra Chiesa e la nostra società, ossia la gratuità: a volte, forse, sottovalutiamo l’importanza sociale, culturale ed educativa data dall’impegno di tante persone che si spendono gratuitamente a servizio degli altri. 
Credo che il Csi oggi rappresenti un patrimonio grande per la nostra Chiesa e per il nostro Paese, perché è capace di raggiungere e coinvolgere tantissime persone, soprattutto in età giovanile, offrendo loro la possibilità di crescere e maturare attraverso un’esperienza bella, sana e ricca di valori.
Concludo infine questo mio intervento con due auguri. Il primo a tutti voi perché possiate vivere questa assemblea per il suo valore, per quello che realmente rappresenta. Non cadere nel tranello di pensarlo solo come un momento burocratico. E’ un’occasione di incontro e di confronto ma anche un grande momento di democrazia. Chi ha avuto responsabilità e ha finito il mandato anche fosse stato il più bravo di tutti si fa da parte e mette la sua esperienza al servizio dell’associazione e a disposizione di chi governerà il futuro portando nuovo entusiasmo, nuovo vigore, nuove idee e progetti, nuova passione associativa.
Il secondo augurio, unito ad un forte abbraccio e ad un grande in bocca al lupo lo faccio al nuovo Consiglio eletto e al nuovo Presidente. Grazie e buon lavoro.