Sport, disabilità e fisco: una grave lacuna?
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In Italia, allo sport viene riconosciuto un forte valore educativo ed aggregativo: soprattutto è un indice di benessere per l’intera persona.
È per questo motivo che la normativa fiscale, inserendolo in una logica premiale, da anni prevede la detrazione a fini IRPEF della quota annuale che i genitori pagano in favore dei figli minori. Il contribuente ha infatti diritto ad una detrazione pari al 19% della spesa sostenuta in favore dei figli minori, mentre nulla è dovuto per gli adulti. Se già di per sé questa può sembrare una prima incongruenza, si vuole analizzare un caso che è oggi presente nella nostra legislazione. Infatti, nessuna legge prevede che si applichi la detrazione a quei genitori che sostengono le spese in favore di figli disabili o portatori di handicap gravi. La situazione è quanto meno paradossale perché un figlio disabile non è certamente un onere diverso da un figlio minore, anzi! Eppure il legislatore, forse non adeguatamente stimolato sull’argomento, nulla ha previsto in tal senso. È pur sempre vero che la situazione di un portatore di handicap e di un minore è in molti casi parificata: si pensi ad esempio alla presenza del tutore legale che esercita una forma di potestà su entrambi. Questa analogia iuris non è però del tutto applicata, e ciò si nota in questo specifico ambito fiscale. Sicuramente vi sarà una diversa motivazione di fondo, che probabilmente verterà sui numeri seguendo il “potere del mercato” anche sulla domanda. È logico, purtroppo, pensare che i ragazzi disabili che pratichino sport siano molto pochi, se non specificatamente inseriti in un contesto cooperativo o socio relazionale. Pertanto, probabilmente, non si percepisce una forte richiesta di pari trattamento e non arriva una pressante domanda. Tuttavia, a nostro parere, ciò stona con le politiche di inclusione portate avanti negli ultimi anni, le quali hanno poi visto come frutti l’attivazione di percorsi ad hoc per disabili, come quello che il CSI sta portando avanti in questi mesi.
Pertanto, a partire dalle sollecitazioni che ci sono pervenute dalle famiglie coinvolte nelle iniziative sportive per disabili, la nostra richiesta al legislatore è di estendere agli adulti con disabilità la possibilità di detrazione per l'attività sportiva già prevista per i minori dall’articolo 15 del TIUR, senza inserire vincoli relativi alla prescrizione medica come attualmente disposto per le attività di ippoterapia e di musicoterapia. La speranza è che questo appello sia accolto dalle forze politiche, a prescindere dal colore e dallo schieramento, e sia posto presto rimedio a questa disparità di trattamento. Non saranno le cifre a fare la differenza poiché si parla di importi irrisori, ma, per uno stato sociale, i benefici fisici, cognitivi, psichici e socio-relazionali che si ottengono con lo sport in questo particolare ambito non hanno prezzo.