COMITATO TERRITORIALE C.S.I. DI RAVENNA
16 aprile 2016

Relazione del Presidente uscente per l'Assemblea

Il 2016 è il cosiddetto “anno olimpico” e in ogni angolo del Paese si celebra il rinnovo delle cariche di tutti gli organismi sportivi riconosciuti dal CONI. Nei prossimi 12 mesi la complessa macchina elettorale, provvederà a cambiare gli organi di governo dello sport italiano ai vari livelli, dai Comitati provinciali, ai regionali, fino ai Consigli nazionali, con l’auspicio che nuove persone portino idee utili a tutti. Primo organismo a rinnovarsi è il CSI, del quale mi onoro di essere stato Presidente territoriale di Ravenna per tanti anni e che mi accingo a lasciare in mano di altri amici.

Termina oggi un quadriennio alquanto complicato sotto l’aspetto emotivo per il fatto che questa Presidenza, che mi sono trovato ad occupare, in realtà era quella dell’indimenticato amico Andrea Lami; a me oggi corre l’obbligo pertanto di chiudere il suo secondo mandato, dicendovi qualche parola come se fosse lui, qui al posto mio, a parlarvi. E’ stato un periodo molto complesso dal punto di vista operativo; le sfide sono sempre più intense ogni giorno che passa, con opportunità di attività sportive sempre più qualificate ed esigenti che ci richiamano a fatiche ed impegni importanti. In questi anni c’è stata la crescita dell’Oratorio Cup e del Minicalcio, l’arrivo a Ravenna della Gazzetta Cup, della Junior TIM Cup, e per ultima anche la TIM Volley Cup, segno di una grande affidabilità del nostro Comitato anche per gli impegni di livello nazionale. La attività sportiva, infatti, si è rivelata, come è giusto che sia, il nostro fiore all’occhiello, e questo mi fa ancora più piacere se consideriamo che tutti gli eventi sportivi rilevanti di cui vi ho accennato, riguardano le fasce giovanili. D’altra parte, queste nuove attività, unitamente ad una maggiore focalizzazione del nostro ruolo di servizio ai vari oratori parrocchiali che iniziano a nascere, spiega il rapido e consistente incremento di società e di tesserati che si è verificato negli ultimi anni.

Non tutto è “rose e fiori”, per carità: ad una crescita del lavoro si è contrapposto un calo del volontariato, che coinvolge tutto il Terzo Settore e non di meno la nostra Associazione nazionale e locale, e che ha messo talvolta in crisi alcuni settori strategici, come quello della pallavolo. Tuttavia è solo grazie alla conclusione, dopo 30 anni di sgradevoli diatribe territoriali, di un accordo sui confini geografici tra i Comitati di Ravenna e di Faenza, e alla conseguente situazione di tranquillità, che si è potuto iniziare a costruire con il Comitato a noi così vicino una nuova collaborazione che alla fine ha risolto alcune criticità nell’ambito sportivo: da quella del basket alla stessa pallavolo, dove sono stati composti campionati unici gestiti da Commissioni uniche, riducendo di fatto l’impatto della riduzione di manodopera volontaria. In questa sede lasciatemi ringraziare il presidente uscente del comitato faentino Giovanni Conti, senza la cui mediazione non si sarebbe raggiunto un risultato così positivo per il CSI. L’augurio che mi resta nel cuore è che un giorno i due Comitati iniziano a camminare su una unica strada, diventando insieme una unica cosa ancora più competitiva ed efficiente nel servire le società sportive.

Un altro ringraziamento va al nostro Arcivescovo, Mons. Lorenzo Ghizzoni, il quale ha raccolto la eredità del predecessore Giuseppe Verucchi e ha continuato a credere e sostenere nel lavoro del CSI; la recente costituzione del Coordinamento diocesano degli Oratori ne è la riprova concreta, dove la nostra associazione avrà un ruolo di primaria importanza.

Vorrei anche poter ringraziare la nostra Amministrazione Comunale; purtroppo però non ho alcun elemento da portarvi che lo possa giustificare. Ravenna non è mai stata una città politicamente orientata verso lo sport: strutture insufficienti e inadeguate, nessun sostegno allo sport minore, nessuna seria politica di parità tra le società sportive. Quando 10 anni fa fu eletto Sindaco Fabrizio Matteucci, andammo da lui a parlare portandogli la voce delle piccole società sportive, evidenziandogli le difficoltà quotidiane ma anche proponendo azioni di sviluppo sul turismo sportivo. Purtroppo ogni esortazione è finita nel nulla e quella attuale si è rivelata, soprattutto dopo la nomina dell’Assessore Guido Guerrieri, la Giunta municipale probabilmente più demagogica ed inconsistente degli ultimi decenni, a dimostrazione che non è il “colore” politico che governa una città a fare la differenza, ma gli uomini che vengono scelti. Oggi ci troviamo sì ad essere la “città europea dello sport”, ma una città sportivamente degradata, con gli stessi problemi, qualitativamente peggiori, di 10 anni fa: palestre insufficienti di numero a coprire le richieste e assegnate con criteri discutibili, inadeguate e con seri problemi di decoro e sicurezza, un aumento considerevole delle tariffe, assenza dei defibrillatori nella maggioranza degli impianti scolastici, assenza di una politica di turismo sportivo e strutture inospitali e indisponibili per eventi che sarebbero interessanti sotto il profilo economico, poca considerazione per l’attività amatoriale e degli anziani, una squadra professionistica che deve giocare in un’altra città per via di tariffe irraggiungibili dei palazzetti comunali, una piscina in stato di degrado, uno stadio ampiamente inagibile e che rischia di crollare, una pista di atletica non più omologata e pericolosa. Potremmo stare qui ore e ore a discutere di questi problemi; il CSI non è aderente ad alcun partito politico e non fa propaganda per nessuno. Ma proprio per questo, a qualsiasi Sindaco che vincerà le prossime amministrative, chiediamo più considerazione per l’attività di tutti, per l’attività giovanile e amatoriale, per la vita sportiva, il benessere fisico e la crescita educativa dei nostri figli e dei nostri genitori. Questa considerazione si può realizzare attraverso la scelta di persone che guidino un Assessorato così importante sotto l’aspetto sociale, che siano concrete e trasparenti, capaci di ascoltare e di risolvere i problemi senza ipocrisie e demagogie, ma con la seria e sincera condivisione del governo con gli organismi sportivi più significativi e rappresentativi del territorio. Questo è il compito del CSI, quello di non stancarsi mai di portare la voce degli ultimi, dei meno famosi, dei meno bravi e dei meno ricchi, a chi deve decidere le politiche sportive del nostro territorio; di chiedergli ascolto, pari opportunità, considerazione e dignità. Come cittadini, come contribuenti, come elettori, come sportivi, come cristiani, la nostra voce deve essere sempre salda e forte a difendere chi da solo non riesce a farlo.

Mi accingo a lasciare il ruolo di Presidente di questo Comitato, che ho contribuito a costruire e consolidare per ben 34 anni. Entrato nel CSI come arbitro agli inizi del 1982, quando frequentavo ancora la quarta superiore, mi fu chiesto di impegnarmi sempre di più e nel 1988 diventai, a 23 anni e mezzo, il più giovane vicepresidente provinciale CSI di tutta la regione. Da allora, 7 quadrienni in Presidenza provinciale, di cui 4 come Presidente; una vita di volontariato intenso e svolto sempre con entusiasmo e spirito di servizio, facendo i salti mortali per coniugare questo forte impegno con quello del lavoro e della famiglia che stava crescendo, ma ripagato da una associazione che è via via cresciuta (come avete visto oggi sul nostro territorio si superano i 10mila tesserati) e ha realizzato tanta attività sportiva per tutte le età, con continua attenzione all’aspetto educativo, etico, valoriale e sociale. A questo si aggiungono gli impegni a livello regionale e, negli ultimi 8 anni, a livello nazionale, che mi hanno portato a fare una scelta netta, cioè di trasformare quello che non era più un semplice hobby, nel mio lavoro vero e proprio. Un lavoro senza orari e senza risparmio di energia, come è doveroso per chi si impegna davvero al servizio degli altri. Non so dire se sono stato un buon dirigente per il mio Comitato territoriale; ho fatto tante cose belle e anche tanti errori e omissioni, ma so che ci ho messo tutto me stesso: più di così non potevo fisicamente dare agli altri. La crescita numerica dice tanto ma non tutto, di un lavoro quotidiano fatto in equipe con altri amici, e tra questi anche il caro Andrea, ai quali il CSI deve tantissimo e che sono qui presenti, e ai quali è giusto e doveroso che io lasci le redini di questa associazione, rimanendo con umiltà dietro le quinte ad offrire le mie esperienze e il mio aiuto. Sono stato felice di aver guidato questo Comitato di Ravenna; è stato faticoso ma gratificante. E alle tante persone che mi chiedono il perché io passi la mano ad amici più giovani e forse più inesperti, rispondo che non lo faccio perché non mi piace più questo incarico; anzi il “mio” Comitato resterà sempre in cima ai miei pensieri ovunque il CSI mi manderà ad impegnarmi. Ma il ricambio periodico della guida è vitale per ogni comunità, e lo vediamo tutti i giorni, sia che si tratti di un organo politico, di una associazione, di una Parrocchia o anche della Chiesa intera, come con l’arrivo di Papa Francesco. Ogni persona ha una sensibilità diversa e attenzioni differenti dalle altre persone; il ricambio serve per rinnovare le idee, e rinnovare è la premessa per restare forti e migliorare il servizio agli altri. Una comunità che vive di “copia e incolla” è una comunità che tende a spegnersi e a non fare passi in avanti verso il prossimo. Ai miei amici auguro ogni bene, nella certezza che stiamo tutti lavorando per un “bene” superiore.

Angolo del Presidente

Relazione del Presidente uscente per l'Assemblea

Marco Guizzardi

Presidente Provinciale