DPCM: e gli Oratori?
Vietate tutte le gare, le competizioni e le attività collegate agli sport di contatto a carattere amatoriale. Potranno praticare sport di contatto, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, solo le società professionistiche e, a livello sia agonistico sia di base, le associazioni e società dilettantistiche riconosciute dal Coni e dal Cip (Comitato paralimpico). Sta In questa sintesi il testo normativo del nuovo Dpcm, firmato nella notte di lunedì e valido per i prossimi 30 giorni, relativamente alla pratica dell’attività sportiva. Un passaggio che lascia più di un dubbio. Sparisce la classica partita di calcetto tra amici e tutta quell’attività non inquadrata in una qualche associazione.
“Non ci sono riferimenti, però, che indicano se e come posso gestire un allenamento di calcio con i disabili, ad esempio”, mette in luce Alessandro Bondi, presidente del Csi Ravenna. “E gli oratori? Dove li mettiamo?”, aggiunge don Mino Gritti, consulente ecclesiastico del Csi Ravenna. “Ogni giorno ho tanti adolescenti che nel rispetto delle regole vengono all’oratorio – spiega don Mino – per fare la partitella di gruppo... Sono giovani di quartieri popolari della città di Ravenna, economicamente non in grado di sostenere costi in società sportive accreditate o riconosciute. Fermare la partitella all’oratorio significa nel mio caso lasciare giovani alla porta, o peggio sulla strada, per darli in pasto ai rischi del mondo della strada. Dispiace che si crei la categoria dello scarto sotto la voce oratori o centri giovanili: a pagare le conseguenze sono i giovani, quelli che han più bisogno, perché poveri di tutto, il cui calcetto nel campetto dell’oratorio, sul piano educativo e sul piano dell’integrazione culturale, fa la differenza”.