Il CSI cambia guida: rinnovarsi per restare forti
Il 2016 è il cosiddetto “anno olimpico” e in ogni angolo del Paese si celebra il rinnovo delle cariche di tutti gli organismi sportivi riconosciuti dal CONI. Nei prossimi 12 mesi la complessa macchina elettorale, provvederà a cambiare gli organi di governo dello sport italiano ai vari livelli, dai Comitati provinciali, ai regionali, fino ai Consigli nazionali, con l’auspicio che nuove persone portino idee utili a tutti. Primo organismo a rinnovarsi è il CSI, del quale mi onoro di essere Presidente territoriale di Ravenna da tanti anni e che mi accingo a lasciare in mano di altri amici. Entrato nel CSI come arbitro ben 34 anni fa, quando frequentavo ancora la quarta superiore, mi fu chiesto di impegnarmi sempre di più e nel 1988 diventai, a 23 anni e mezzo, il più giovane vicepresidente provinciale CSI di tutta la regione. Da allora, 7 quadrienni in Presidenza provinciale, di cui 4 come Presidente; una vita di volontariato intenso e svolto sempre con entusiasmo e spirito di servizio, facendo i salti mortali per coniugare questo forte impegno con quello del lavoro e della famiglia che stava crescendo, ma ripagato da una associazione che è via via cresciuta (oggi sul nostro territorio si superano i 10mila tesserati) e ha realizzato tanta attività sportiva per tutte le età, con continua attenzione all’aspetto educativo, etico, valoriale e sociale.
A questo si aggiungono gli impegni a livello regionale e, negli ultimi 8 anni, a livello nazionale, che mi hanno portato a fare una scelta netta, cioè di trasformare quello che non era più un semplice hobby, nel mio lavoro vero e proprio. Un lavoro senza orari e senza risparmio di energia, come è doveroso per chi si impegna davvero al servizio degli altri. Non so dire se sono stato un buon dirigente per il mio Comitato territoriale; ho fatto tante cose belle e anche tanti errori e omissioni, ma so che ci ho messo tutto me stesso: più di così non potevo fisicamente dare agli altri. La crescita numerica dice tanto ma non tutto, di un lavoro quotidiano fatto in equipe con altri amici, ai quali il CSI deve tantissimo, e ai quali è giusto e doveroso che io lasci le redini di questa associazione, rimanendo con umiltà dietro le quinte ad offrire le mie esperienze e il mio aiuto.
Sono stato felice di aver guidato questo Comitato di Ravenna; è stato faticoso ma gratificante. E alle tante persone che mi chiedono il perché io passi la mano ad amici più giovani e certamente più inesperti, rispondo che non lo faccio perché non mi piace più questo incarico; anzi il “mio” Comitato resterà sempre in cima ai miei pensieri ovunque il CSI mi manderà ad impegnarmi. Ma il ricambio periodico della guida è vitale per ogni comunità, e lo vediamo tutti i giorni, sia che si tratti di un organo politico, di una associazione, di una Parrocchia o anche della Chiesa intera, come con l’arrivo di Papa Francesco. Ogni persona ha una sensibilità diversa e attenzioni differenti dalle altre persone; il ricambio serve per rinnovare le idee, e rinnovare è la premessa per restare forti e migliorare il servizio agli altri. Una comunità che vive di “copia e incolla” è una comunità che tende a spegnersi e a non fare passi in avanti verso il prossimo. Ai miei amici auguro ogni bene, nella certezza che stiamo tutti lavorando per un “bene” superiore.