Blocco attività in zona rossa - Precisazioni
Lettera aperta alle società CSI
In seguito alle problematiche sorte nell’ultimo periodo si ritiene doveroso dare precise indicazione alle società sportive affiliate al CSI.
Il decreto del 2 marzo ha di fatto bloccato tutti gli eventi e le manifestazioni organizzate dagli EPS, sancendo di fatto una inaccetabile discriminazione tra due importanti modelli sportivi, quello degli EPS e quello delle Federazioni. Come potete immaginare il CSI non accetta che la sua tessera venga considerata più contagiosa di quella delle Federazioni. Si è così creato il paradosso che, nella stessa società sportiva, un ragazzo tesserato CSI non può fare attività e il suo compagno di squadra, tesserato Federazione per lo stesso tipo di attività, quella professionistica è storia a parte, può fare quello che vuole. Non è accettabile, non è un problema tecnico ma culturale e, se vogliamo, di diritti della persona. Se avete un attimo di pazienza per approfondire possiamo provare a fare un piccolo intervento formativo/associativo. Fino a giovedì scorso la problematica era essenzialmente tecnica, ovvero tutti hanno cercato di rendere di “interesse nazionale” più attività possibili, per preservare i diritti delle società e cercare di evitarne il crollo e, in ultimo, la sparizione. Tutto è andato bene fino a quando non è comparsa la parolina “preminente interesse nazionale”. Questo ha messo a nudo le differenze strutturali tra Federazioni e EPS. Le Federazioni ancorate ad un modello sportivo piramidale, ovvero: più si va in alto, più aumenta la qualità tecnica, lo spettacolo, il ritorno di immagine, il seguito di pubblico e, non ultimo, l’interesse per gli sponsor e le televisioni. Questo modello, basato sulla inevitabile forte selezione ha come controindicazione un forte abbandono. A questo punto entrano in gioco gli EPS che si “accontentano” di fare una attività alla portata di tutti, inclusiva, aperta e coinvolgente. Non hanno un modello piramidale ma si parte tutti alla pari. Quando si è trattato di scegliere il campionato di interesse nazionale le Federazioni hanno dovuto decidere, tra i tanti che avevano, quali potevano vantare questo titolo. Per gli EPS, avendone uno solo, la scelta è stata molto semplice. In poche parole il modello sportivo degli EPS si è dimostrato, nella specifica occasione, più adeguato alla normativa. Certo si è creata una disparità, che non approviamo, tra i vari attori, in questo caso a favore degli EPS. Probabilmente anche questa situazione non era corretta e giusta però era frutto di una questione tecnica non culturale. Quello che è successo la settimana scorsa, probabilmente in seguito alla forte pressione esercitata per due mesi dalle Federazioni su governo e CONI (in periodo elettorale), credo siate tutti a conoscenza delle lettere firmate dalle Federazioni e più volte mandate al governo e pubblicate sui giornali, è invece un problema di diritti e di dignità delle nostre società. E’ stato sancito che esiste uno sport di serie A e uno di serie B, che è importante solo lo sport di elite, quello che porta medaglie, mentre quello di base, che fa praticare sport a milioni di anonime persone, con tutto quello che ne consegue in termini di salute e di importanza sociale, improvvisamente, per il governo non conta più niente. Si sono fatti figli e figliastri come se la tessera del CSI fosse contagiosa e quella delle Federazioni no, anche facendo la stessa identica attività. E’ un gravissimo problema culturale. Le Federazioni non sono le padrone dello sport che è, e rimane, un bene comune, di tutti e non di pochi.
Contro tutto questo il CSI, assieme agli altri EPS, è deciso ad intraprendere tutte le strade possibili, anche legali.
Grazie per avermi seguito fino qui, adesso entro nel merito di ciò che più vi interessa: Secondo quanto stabilito dal Comunicato Ufficiale n 13 del CSI nazionale del 20 marzo 2021 (allegato), in seguito alla comunicazione del Segretario Generale del CONI Carlo Mornati del 19 marzo 2021 (allegato) e dopo aver chiesto parere tecnico a Studi Professionali del settore si comunica che: in ZONA ROSSA gli EPS POSSONO FARE ALLENAMENTI in preparazione ad eventi e manifestazioni di interesse nazionale autorizzate dal CONI e verificabili sull’apposito sito e non sospese in seguito all’Art. 41 del decreto legge.
Attualmente il CSI NON HA SOSPESO NESSUNA COMPETIZIONE DI INTERESSE NAZIONALE! Ne segue che chi vuole può allenarsi, naturalmente nel pieno rispetto dei protocolli che vi preghiamo anzi di inasprire non utilizzando gli spogliatoi e non facendo la doccia, almeno fino a quando saremo in zona rossa.
ATTENZIONE: occorre tenere conto sempre delle ordinanze locali che sono state emesse dai vari Comuni. Prima di andare in palestra accertatevi che nel vostro Comune non ci siano ulteriori restrizioni. Attualmente siamo a conoscenza di restrizioni nelle zone di Ravenna, Faenza e Imola ma non possiamo escludere che altri Comuni abbiano fatto la scelta di chiudere tutto lo sport.
Naturalmente questa è una interpretazione tecnica, e quindi incontrovertibile, del decreto. Rimane però da risolvere anche una questione etica: è veramente necessario in questo momento fare allenamento o forse è meglio fermarsi almeno per due settimane? Non possiamo essere noi a rispondere ma è nella coscienza e nelle possibilità (non sempre è possibile scegliere) di ogni Presidente il fare la scelta per lui più giusta. Il CSI si limita a consigliare, la dove sia possibile, di fermarsi, seppure per il minor tempo possibile. Naturalmente, per la ripresa dei campionati, aspetteremo che tutti, anche chi deciderà di fermarsi, abbiano il tempo di fare il necessario allenamento.
Vi chiediamo particolare attenzione perché riteniamo, in questo ultimo anno, di essere stati sempre coerenti e responsabili, tenendo sempre come prioritarie sia la salute dei ragazzi che la sopravvivenza delle società, cardine della nostra associazione, e cercando un sano equilibrio tra le due istanze.
Siamo stati coerenti quando non ci siamo inventate attività nazionali che non lo fossero già da almeno 20 anni, anche quando altri EPS e tante Federazioni hanno fatto la corsa a rendere di interesse nazionale qualsiasi cosa (anche lo Yoga). E ancora lo fanno!
Siamo stati coerenti quando, per primi, abbiamo bloccato, in ottobre e fino a gennaio, tutte le manifestazioni, quando altri hanno fatto la corsa ad organizzare di tutto chiamando le nostre società a cambiare casacca, e questo ci è costato diverse migliaia di tesserati.
Siamo coerenti oggi quando le Federazioni, in zona rossa, si stanno inventando nuove attività di interesse nazionale, mai pensate prima o che erano di interesse regionale, e, va detto, sono le stesse che hanno tempestato il governo e il CONI di lettere di protesta contro gli EPS che, secondo loro, non hanno diritto a fare attività di interesse nazionale; diritto fra l’altro sancito dagli stessi dpcm.
Saremo coerenti domani quando potremo ripartire e lo faremo con quell’onestà intellettuale, serietà e senso di responsabilità che finora ci hanno, e vi hanno, contraddistinto.
Siamo certi che le nostre società capiscono e apprezzano i nostri valori e non si faranno abbagliare dagli specchietti per le allodole e dai canti delle sirene e sapranno anzi essere loro stesse portatrici di quei valori fondanti dello sport che tutti, nel CSI, riconosciamo.
Il CSI non è una Associazione come le altre e credo che le nostre società debbano, anzi sono sicuro che “lo sono”, essere orgogliose di fare parte di un EPS che da più di 76 anni è presente sul territorio e porta avanti, a testa alta, i valori di uno sport per tutti, a portata di tutti e non solo dei più dotati.
Tenete i “nervi saldi”, RIPARTIREMO e saremo veramente più forti solo se avremo saputo mantenere inalterato, anche nelle difficoltà, quel senso di responsabilità che oggi viene chiesto a noi tutti.
I comitati di Cesena – Faenza – Forlì – Imola - Ravenna - Rimini